giovedì 24 agosto 2017

Incontro del 15 Settembre

Uno, nessuno e centomila

di Luigi Pirandello 

I. Mia moglie e il mio naso

– Che fai? – mia moglie mi domandò, vedendomi insolitamente indugiare davanti allo specchio. 
– Niente, – le risposi, – mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo, avverto un certo dolorino. 
Mia moglie sorrise e disse: – Credevo ti guardassi da che parte ti pende. 
Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la coda: – Mi pende? A me? Il naso? 
E mia moglie, placidamente: – Ma sì, caro. Guardatelo bene: ti pende verso destra.
Avevo ventotto anni e sempre fin allora ritenuto il mio naso, se non proprio bello, almeno molto decente, come insieme tutte le altre parti della mia persona. Per cui m’era stato facile ammettere e sostenere quel che di solito ammettono e sostengono tutti coloro che non hanno avuto la sciagura di sortire un corpo deforme: che cioè sia da sciocchi invanire per le proprie fattezze. La scoperta improvvisa e inattesa di quel difetto perciò mi stizzì come un immeritato castigo.

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